Molto interessanti e con un risvolto talvolta un po’ inquietante a causa della loro tossicità, le piante (annuali o perenni, meno di frequente arbustive o lianose) appartenenti alla famiglia delle ranuncolacee vestono di colore prati e boschi e offrono molte specie interessanti ai nostri giardini e ai bouquet primaverili.
Sono oltre 2.000 specie diverse, suddivise in 50 generi e hanno areali di distribuzione quasi solo nel nostro emisfero, soprattutto in clima temperato-freddo, ma anche in ambiente mediterraneo, dunque in tutte le zone della Terra con questo clima, compreso il Sudafrica nell’emisfero australe. Il nome deriva dal genere Ranunculus, molto ben rappresentato nella nostra flora spontanea con oltre 80 specie, sulle complessive 600 specie. Importante anche il numero di specie dei generi Thalictrum, Delphinium, Clematis, tutti con oltre 300 specie. Nella classificazione botanica sono contemplate cinque sottofamiglie.
Thalictroidee: è la sottofamiglia dei Thalictrum, piante cosmopolite degli ambienti boschivi freschi e ombrosi, ma anche del genere Aquilegia, che molto offre ai giardini in clima non troppo caldo e in mezz’ombra.
Coptoidee: prendono il nome dal genere Coptis, che comprende una quindicina di specie erbacee asiatiche e nordamericane, talvolta usate nella medicina popolare.
Glaucidioidee: sottofamiglia che prende il nome da un genere monospecifico, Glaucidium palmatum, il papavero dei boschi giapponesi dai fiori rosa o violetti.
Idrastidoidee: vi appartiene il solo genere Hydrastis. La specie Hydrastis canadensis è una erbacea perenne boschiva a cui sono riconosciute proprietà medicinali.
Ranunculoidee: è la sottofamiglia più rappresentativa, che comprende quasi tutte le altre specie non comprese nelle quattro sottofamiglie succitate.
Rompicapo per botanici
La classificazione delle ranuncolacee è complessa e controversa. Si tratta infatti di piante che spesso sfuggono ai metodi di accorpamento botanico, forse anche per la mancanza a tutt’oggi di approfondimenti scientifici dal punto di vista della filogenetica. Non si conosce ancora bene, insomma, la loro origine e i processi tramite i quali si sono evolute separatamente le specie. In alcune classificazioni vengono perciò comprese nelle sottofamiglie delle ranuncolacee le Peoniee, cui appartengono esclusivamente le peonie, una quarantina di specie diverse. Secondo la classificazione attualmente più accreditata le peonie vanno invece ascritte ad una famiglia affine alle ranuncolacee, ma separata, quella delle Paeoniaceae. Tra le altre sottofamiglie presenti in classificazioni alternative si possono poi citare quella delle Elleboree (prendono il nome dal genere Helleborus, ma vi appartengono anche specie a fioritura precoce come gli
Eranthis, annuali come la Nigella, specie da ambienti umidi come Caltha palustris, erbacee perenni amate nei giardini come aquilegie, delfinium e aconiti) e quella delle Anemonee, che comprende, tra gli altri, i generi Anemone, Ranunculus, Adonis, Thalictrum e il vasto genere Clematis, quest’ultimo in larga parte di specie rampicanti.
Piante poco evolute
Anche l’aspetto delle ranuncolacee sfugge ad una classificazione chiara e univoca. Diverse per la morfologia di foglie, fiori e frutti e per la loro posizione sulla pianta, le specie di questa famiglia dichiarano così di essere ancora instabili, ovvero in evoluzione. Sono soprattutto i caratteri primitivi dei fiori, per altro, a raccontare che si tratta di specie poco evolute. Insomma: è enorme la distanza evolutiva tra un Anemone nemorosa che con i suoi fiori tappezza il sottobosco a metà primavera e un’orchidea di terra che sboccia in giugno poco più in là. Ancora carico di elementi ancestrali l’uno, brillantemente snellita di ogni dettaglio di troppo l’altra, e tuttavia questo nulla importa al giardiniere che valorizza l’aspetto estetico delle piante. E, anzi, ha di certo molti meno problemi orticoli coltivando ranuncolacee che orchidee…
Tossicità
Un gran numero di ranuncolacee contiene alcaloidi. Sono particolarmente pericolose le sostanze contenute nelle specie dei generi Delphinium e Aconitum. L’aconitina, presente in quest’ultimo genere, è mortale perché provoca collasso cardiaco o paralisi respiratoria anche in piccole quantità e può essere assorbita persino con il semplice gesto di tenere in mano un mazzo di fiori di aconito, come dovrebbero sapere i giardinieri! Tra gli alcaloidi sono classificati anche altri composti cianogeni presenti, per esempio, nelle piante del genere Thalictrum. Meno pericolosa, la ranuncolina è un glucoside che, a contatto con l’acqua, si trasforma e provoca dermatiti e vesciche sulla pelle, ciò che consiglia di maneggiare sempre con cautela le piante della famiglia delle ranuncolacee. D’altronde in epoca medioevale una ranuncolacea come la vitalba (Clematis vitalba, liana dei nostri boschi) veniva usata dai mendicanti per provocare ulcere e piaghe sulla pelle e muovere a compassione. La ranuncolina si trova nella linfa e probabilmente ha un ruolo di difesa della pianta da possibili aggressori.
Ranuncolacee in giardino
Molte tra le erbacee perenni rustiche più adatte ai giardini freschi e semiombreggiati appartengono a questa famiglia. Oltre a quelle citate, anche i botton d’oro (Trollius), la calta dei nostri prati umidi, l’epatica e l’adonide dei boschi, la pulsatilla e l’aconito delle nostre montagne. E poi specie annuali come la speronella (Consolida ajacis) e la nigella (Nigella damascena) offrono un contributo alle aiuole da seminare ogni primavera per avere macchie di colore per mesi e fiori da recidere. E piante di grande eleganza formale per i mixed border, come le specie di Cimicifuga, altre ancora tutte da scoprire, come quelle del genere Beesia (magnifica all’ombra la ranuncolacea cinese Beesia calthifolia), in buona compagnia di intere collezioni di Helleborus, Aquilegia, Delphinium… In quanto alle collezioni, le ranuncolacee offrono la possibilità al giardiniere di vestire muri, pergole e recinzioni con uno dei rampicanti più affascinanti e popolari, specie e ibridi del genere Clematis.
M.P.
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