Le camelie, eleganti arbusti sempreverdi, dai fiori seducenti e aristocratici, ora grandi, da semplici a doppi, variamente colorati o sfumati, ora piccoli e di una bellezza più riservata e pudica, fanno parte di una delle raccolte più importanti dell’Orto botanico di Lucca. Un omaggio alla radicata tradizione che vede la Lucchesia come terra di appassionati collezionisti, coltivatori e ibridatori di camelie, luogo di conservazione e valorizzazione di antiche varietà ottocentesche, protagoniste indiscusse dei parchi delle prestigiose ville storiche disseminate sulle colline che circondano la città.
All’Orto botanico, la collezione delle camelie nasce contestualmente a quella dei rododendri intorno al 1980, grazie ad Angelo Lippi, da poco chiamato alla curatela del giardino. A esse è dedicato un intero spazio espositivo al margine dell’Arboreto, lungo il confine con le Mura cittadine, tra la Casermetta San Regolo e il Laghetto.
Anche se non rimane traccia di antichi impianti, è certo che le camelie fossero tra le prime piante che, nel 1820, arrivarono all’Orto dalla Villa Reale di Marlia per un primo allestimento delle collezioni botaniche. Nel 1843, Benedetto Puccinelli, direttore del giardino, elenca 38 varietà di C. japonica oltre che Camellia sasanqua e C. sasanqua alba.
Restaurata nel 2011, la raccolta riunisce varietà coltivate di C. japonica, diverse specie botaniche e alcune camelie che rivestono un importante ruolo nell’economia di molti paesi orientali e non solo. Particolare predilezione, nell’introduzione delle camelie ornamentali, è stata data a quelle iscritte nei Repertori Regionali della Toscana che tutela e valorizza, tra le altre, le specie ornamentali e da fiore a rischio di erosione genetica attraverso la L.R. 64/2004. Salvate dall’estinzione grazie a iniziative di recupero, intraprese ormai più di un trentennio fa, che hanno visto coinvolti Guido Cattolica, degno erede di Angelo Borrini, e l’Orto botanico stesso, oggi il rischio di scomparsa è ridotto anche grazie alle attività di conservazione e riproduzione di alcuni vivaisti locali, riconosciuti ufficialmente dalla Regione Toscana come Coltivatori Custodi.
Si tratta di antiche varietà diffuse nel XIX secolo, quando la Toscana era una delle regioni italiane che contava il maggior numero di coltivatori e appassionati cameliofili, collezionisti raffinati che allestirono nei parchi delle proprie dimore invidiabili assortimenti e crearono essi stessi nuove forme presto nominate in dedica a congiunti, personaggi illustri, ideali politici, luoghi o più semplicemente per evidenziare una peculiarità del fiore e/o delle foglie. Eccone alcune: C. japonica ‘Alba Simplex’, ‘Anemoniflora’, ‘Anemoniflora alba’, ‘Aspasia’, ‘Centifolia alba’, ‘Imbricata alba’, ‘Gran Sultano’, Jubilée’, ‘Latifolia rubra’, ‘Marie Antoinette’, ‘Moshio’, ‘Mutabilis Traversi’, ‘Plutone’, ‘Principessa Elisa Baciocchi’, ‘Santa Maria del Fiore’, ‘Stella Polare’, ‘Vergine di Collebeato’. Sono presenti poi la camelia ‘Ida Borrini’, creata nel 1837 da Angelo Borrini e dedicata alla figlia Ida, la ‘Stella di Compito’, ottenuta dal Cav. Cesare Franchetti di Firenze e nominata in onore della stretta amicizia con la famiglia Borrini che risiedeva a Sant’Andrea di Compito.
Nella collezione, non poteva mancare la ‘Professore Filippo Parlatore’, cultivar ottenuta, nel 1856, dal fiorentino Emilio Santarelli. Egli la in titolò a Filippo Parlatore dell’Ateneo di Firenze, dove resse la cattedra di Botanica, fu direttore del Giardino dei Semplici e del Museo di Storia Naturale. A lui si deve la fondazione dell’Erbario centrale italiano. La pianta più ragguardevole per età, dimensioni e portamento, è un esemplare di ‘Principessa Clotilde’, introdotto nel 1975 e proveniente dalla Certosa dello Spirito Santo di Farneta, nella campagna lucchese. Le sue fioriture sono precoci e prolungate. I fiori medio-grandi, doppi, regolarmente imbricati, hanno petali bianchi con numerose listature e spruzzature rosse. Varietà di C. japonica risalente al 1850, nacque nel Vivaio F.lli Rovelli di Pallanza (Verbania) che la nominarono in onore della Principessa Ludovica Teresa Maria Clotilde di Savoia (1843-1911), figlia di Vittorio Emanuele II.
Infine come non ricordare la giovane camelia ‘Pia Pera’, selezionata dal vivaista Andrea Antongiovanni (Coltivatore Custode) e dedicata, in occasione di VerdeMura 2016, alla famosa e amata scrittrice-giardiniera lucchese, recentemente scomparsa. Questa varietà per la preziosità del ricordo meriterebbe di essere iscritta al registro internazionale delle camelie.
Alessandra Sani