Le piante ornamentali che hanno un risvolto alimentare sono davvero molte…
Quando la civiltà era un’altra, ben più legata alla necessità che al piacere, si coltivavano hemerocallis per l’alimentazione e le radici tuberose del nasturzio rampicante (Tropaeolum tuberosum) non servivano per allevare una bella pianta dai fiori estivi rossi che sa coprire con grazia leggera treillages e muri, ma per poter mangiare tuberi con le stesse proprietà delle patate. Come succede con Ipomea batatas, la patata dolce o patata americana che oggi, selezionata con foglie dorate, variegate o purpuree, un ornamento di moda nelle aiuole e nelle cassette estive fiorite da balcone. Agli uomini di un passato parco, se non povero, di sapori non pareva vero poter aggiungere alla dieta primaverile fiori e foglie di primule, viole, pratoline e calendule che a noi oggi appaiono solo come gioielli gentili dei prati di marzo.
D’altronde durante la Seconda Guerra mondiale l’assoluta penuria di cibo nell’Olanda occupata dai nazisti suggerì di mangiare i bulbi di tulipano, anche se erano stati coltivati a livello industriale, già allora, per la piantagione nei giardini di tutta Europa. I fiori da mettere nel piatto sono un’infinità: se non adatti all’alimentazione quotidiana, almeno come alternativa e curiosità per ampliare la gamma di sapori e di esperienze gastronomiche: fiori di Magnolia grandiflora e di Robinia in pastella, fiori di borragine sotto aceto e boccioli di capperi sotto sale pronti per i piatti mediterranei, petali di crisantemo nelle insalate.
E fiori di rosa per marmellate e sciroppi soavemente profumati e persino lenitivi contro la tosse, rimineralizzanti e tonici, dunque utili per la salute. Anche le bacche di rosa (cinorrodi) sono alimentari e ricchissime di vitamina C, come quelle dell’olivello spinoso, meno gradevoli per delle piccole e dolci “ciliegie” dell’Amelanchier, buone crude e cucinate, mentre quelle dell’Aronia lo diventano soprattutto se preparate in marmellata. Ma, insospettabili, sono commestibili anche le bacche di biancospino, piracanta e Mahonia, persino quelle di Pernettya mucronata e di Cornus kousa che ricordano i frutti del corbezzolo, alimentari a loro volta, per quanto poco invitanti come dice il loro stesso nome specifico unedo: ne mangio uno solo. Tra germogli di bambù, frutti di cotogno del Giappone (Chaenomeles), semi di amaranto e di camelia, foglie di salvia all’ananas e di aloe, scoprirà che il giardino può essere un bellissimo orto a cui, di tanto in tanto, attingere per la tavola.