Gli ellebori vivono nelle zone temperate e in habitat freschi del continente euroasiatico dove contano circa 20 fra specie e varietà. Sono apprezzati per differenti aspetti: la fioritura prettamente invernale che si spinge dal periodo natalizio fino ad aprile, la resistenza al freddo, la variabilità genetica che ha consentito la selezione di numerose cultivar dai colori interessanti, dal bianco, al rosa al rosso, al color bronzo, a tinta unita o mescolati e sfumati fra loro, con fiori scempi o doppi, tanto da meritarsi nei paesi anglosassoni il titolo di Rosa di Natale.
L’elleboro ha abitato gli orti dall’Antichità perché ritenuta pianta capace con i suoi estratti di curare la follia ma con dosi massicce di dare anche la morte. A questo ultimo aspetto si riferirebbe infatti il nome derivato dal greco che secondo gli etimologi più antichi significherebbe “che uccide chi lo mangia”. Non siamo sicuri che l’elleboro di Greci e Romani corrisponda all’elleboro medievale e moderno ma questa pianta ha animato nei secoli leggende e la letteratura con un’aurea magica che esercita ancora il suo fascino. La tradizione nordica vuole che nel medioevo si traessero previsioni sul nuovo anno con dodici bocci messi in acqua la notte di Natale: ogni boccio rappresentava un mese, se la mattina seguente il fiore era aperto significava tempo clemente per quel mese, se rimaneva chiuso annunciava maltempo.
L’elleboro conquistò un posto rilevante nei giardini alla metà del XIX secolo quando i vivaisti e appassionati iniziarono a creare ibridi e selezioni tra le diverse forme molto variabili di Helleborus orientalis. Un ulteriore arricchimento genetico è stato aggiunto alle piante in coltivazione quando furono introdotti in Europa esemplari provenienti dal Caucaso. Lo scambio di semi e gli incroci ottenuti dai collezionisti e vivaisti portarono nel 1880 ad avere cataloghi con oltre cinquanta cultivar differenti già con tutta la tavolozza cromatica che vediamo ai nostri giorni. Gli ellebori passarono di moda dagli anni ’20 del Novecento e con la Seconda guerra mondiale sparirono quasi completamente dai vivai. Ma il desiderio di avere piante fiorite in inverno in giardino ha riportato prepotentemente gli ellebori all’attenzione dei produttori e degli appassionati di piante che oggi hanno a disposizione centinaia di cultivar con cui rallegrare terrazzi e giardini invernali.