La decima edizione di VerdeMura ha come ospite d’onore il Parco Nazionale della Majella che presenta la documentazione di quanto si sta svolgendo per la conservazione botanica e la moltiplicazione delle piante autoctone e endemiche del Parco e per la promozione del paesaggio dell’Appennino Centrale così duramente colpito dal terremoto, in unione con gli altri parchi del territorio (Parco Nazionale del Gran Sasso, Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e Parco Regionale Sirente Velino).
A dirigere in qualità di tecnico agronomo le attività vivaistiche presso l’Orto botanico “Daniela Brescia” della Majellac’è Mirella Di Cecco, di formazione biologa e botanica. È una giovane donna solare e fortemente motivata al suo lavoro. Dice: “Viviamo all’erta e non dormiamo sonni tranquilli: abbiamo la base a Sulmona nel magnifico complesso monumentale del Quattrocento dell’abbazia di Celestino V ai piedi del Morrone e sotto di noi passa la fatidica faglia”.
Racconta dei due metri di neve che in questo terribile inverno del Centro Italia hanno sepolto il vivaio e rovinato strutture e piante in un luogo di delicatissimi equilibri tra uomo e natura. Ma, dice Mirella, “noi siamo fortunati, trovandoci a margine della zona del terremoto”. Nel vivaio del parco vengono riprodotte le piante più rare e minacciate che servono per il ripristino degli ecosistemi. Il personale deve badare a tutto: raccogliere i semi in quota, mettere a punto protocolli di coltivazione che non esistono, porre a dimora in natura le nuove piantine, destinare quando possibile le piante eccedenti alla vendita al pubblico perché anche i giardini privati collaborino a conservare un patrimonio floristico di eccezionale importanza. Sulla Majella infatti crescono oltre 2150 tra specie e sottospecie vegetali, ovvero un terzo di tutto il patrimonio floristico italiano.
Sarà questa botanica a presentare ai visitatori di VerdeMura i gioielli vegetali della Majella, che spesso portano sin nel nome specifico il riferimento al luogo di cui sono endemici: da Aquilegia magellensis a Iris marsica. “Non sappiamo ancora quante e quali piante potremo portare a Lucca per mostrarle nel loro abito migliore. Questo per noi è stato un inverno terribile in tutti i sensi e ne stiamo uscendo solo ora. Condividere la gioia della nostra flora preziosa che riappare, far conoscere le nostre montagne, raccontare il ruolo dei parchi nel presidiare il territorio servirà a combattere il pensiero della distruzione causata del terremoto. Ma sarà anche un modo per promuovere attraverso il parco della Majella lo sviluppo economico-sociale della nostra terra insieme alla conoscenza e alla conservazione di insostituibili beni naturali“.
Dal canto suo Alessandro Biancalana, presidente dell’Opera delle Mura, ente organizzatore di VerdeMura, commenta: “Abbiamo invitato i parchi abruzzesi pensando che anche con l’attenzione per le piante si può mantenere viva presso il largo pubblico l’attenzione alle zone colpite dal terremoto e ai loro patrimoni non solo storico-artistici, ma anche naturali”.