Le varietà della specie Ranunculus asiaticus appositamente selezionate per la coltivazione in giardino hanno caratteristiche diverse da quelle per fiori recisi. Hanno taglia ridotta, gambo corto ma fiori grandi, doppi o semidoppi. Si acquistano già in fiore, oppure si parte dalla piantagione dei piccoli rizomi ragniformi, in autunno nelle regioni non gelive, altrove a fine inverno, in quanto non sopportano il gelo sotto -5°C. La terra (o il terriccio, se si coltiva in vaso) deve essere tendenzialmente calcareo, leggero, ricco di sostanza organica e ben drenato, al sole o in mezz’ombra. I rizomi (che si possono lasciare a bagno in acqua una giornata per favorirne la reidratazione) devono essere interrati con la parte unita rivolta verso l’alto, a 3-5 cm di profondità, a 15-20 cm di distanza l’uno dall’altro. In tempo di siccità è necessario annaffiare bene, altrimenti basta la normale umidità primaverile a garantire lo sviluppo delle foglie e dei boccioli. Quando è comparsa la vegetazione ed è in crescita, si somministra una concimazione ricca di fosforo e potassio con microelementi, che andrà ripetuta in forma liquida alla formazione dei boccioli. Una pianta di ranuncolo ben coltivata può fornire al massimo una decina di fiori. Al termine della fioritura le piante vanno lasciare seccare per entrare in riposo nella stagione calda, completamente all’asciutto (se non è possibile, meglio togliere i rizomi dal terreno). Il ciclo riprende in autunno o nella primissima primavera. I ranuncoli richiedono un po’ di abilità nella coltivazione, ma premiano il giardiniere moltiplicandosi di anno in anno.
Conservare i ranuncoli in salute
Sensibili al ristagno di umidità, i ranuncoli reagiscono ammuffendo o marcendo a causa di malattie crittogamiche. La prevenzione garantisce una bassissima incidenza di malattie, perciò coltivateli in terra ben drenata, in buona circolazione di aria, che mantiene asciutto il fogliame, annaffiateli alla base senza bagnare la vegetazione e evitate eccessive concimazioni ricche di azoto, concausa di tutte le avversità fungine. Altre avversità comuni riguardano le carenze di nutrizione e il pH del terreno (che non deve essere acido, ma tendenzialmente calcareo). Una carenza di questo minerale può provocare deformazione degli steli e dei fiori. La non sufficiente presenza di microelementi come magnesio e boro provoca l’ingiallimento della vegetazione, come la carenza di ferro, che provoca la clorosi. Si ovvia con la somministrrazione di ferro chelato.
M.P.
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