Quest’anno, con il supporto dell’Università di Trieste, un gruppo di studio si occuperà di monitorare la biodiversità urbana analizzando in particolare le piante e gli insetti presenti intorno al monumento delle Mura di Lucca, nei prati degli spalti e lungo i fossati. Una particolare attenzione verrà rivolta agli insetti utili nella lotta biologica e agli impollinatori come api, farfalle, coleotteri. Gli spalti sono infatti un ambiente particolarmente idoneo ad ospitare questi animali, essendo prati rustici nei quali diserbanti ed altri prodotti chimici non sono mai stati usati.
Alcune zone della città saranno inoltre dedicate al mantenimento di fioriture selvatiche, proprio per aiutare gli insetti utili che negli ultimi anni si sono ridotti di numero con grave preoccupazione, visto il loro ruolo fondamentale nei cicli biologici, in particolare l’impollinazione, un punto fondamentale anche per l’agricoltura. Lucca farà parte di progetti internazionali di tutela della diversità urbana, e monitoraggio degli impollinatori a cui i cittadini potranno partecipare incrementando l’interessante processo di Citizen Science, ossia di arricchimento dei dati scientifici da parte dei cittadini.
Saranno a tal proposito organizzate passeggiate e momenti di incontro con la cittadinanza a partire dalla primavera. Tra le accortezze che saranno usate per tutelare la diversità di fiori e animali, ci saranno anche tagli selettivi sulle cortine delle Mura e sulle scarpate, dove dalla primavera all’autunno fioriscono piante ormai rare e dove sono state rilevate almeno nove specie di orchidee, specie dalle fioriture meravigliose, tutelate dalla normativa europea, nazionale e regionale.
Da alcuni anni la città di Lucca ha intrapreso un percorso sulla tutela della biodiversità urbana, con particolare attenzione al problema della connettività in linea con quanto indicato dalle politiche europee ed internazionali. Il decennio 2021 – 2030 è stato dedicato infatti, da parte dell’Assemblea Generale dell’ONU, al ripristino degli ecosistemi e della loro connessione, che negli ultimi tempi sono andati incontro ad un degrado sempre più veloce. Il fine è quello di arrestare questo fenomeno, di riqualificare gli ecosistemi e di incrementare la cultura ambientale e la consapevolezza del loro recupero, contribuendo inoltre all’attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e agli accordi sui cambiamenti climatici.